Pronuncia della Corte d'Appello di Napoli in materia di somministrazione irregolare
- Maria Paola Adinolfi
- 16 mag
- Tempo di lettura: 1 min
La Corte d'Appello di Napoli, Sezione Lavoro, ha affrontato la questione del risarcimento nei casi di somministrazione irregolare, fornendo importanti chiarimenti sul rapporto tra disciplina generale e giudicato specifico. Gli avvocati Patrizia Totaro e Giuseppe Marziale hanno assistito e difeso le lavoratrici nel procedimento.
La decisione riconosce in via generale l'applicabilità del meccanismo risarcitorio previsto dall'art. 32 della legge n. 183/2010, ma attribuisce prevalenza al giudicato formatosi nel caso concreto, indipendentemente dalla disciplina generale di cui all'art. 32 legge 183/2010. Telecom Italia è stata pertanto condannata al pagamento integrale delle retribuzioni per tutto il periodo di estromissione illegittima.
La Corte ha applicato il principio del tantum devolutum quantum appellatum, evidenziando come la mancata impugnazione della statuizione di primo grado sul risarcimento abbia reso definitiva tale pronuncia. In particolare, è stata confermata la condanna al pagamento di:
- 51.289,19 euro per il periodo di estromissione illegittima di una lavoratrice;
- 51.323,40 euro per l'altra lavoratrice;
- le retribuzioni mensili fino alla riassunzione effettiva.
La Corte ha ribadito come spetti esclusivamente al datore di lavoro provare, attraverso elementi specifici e non generici, l'eventuale percezione di altri redditi durante il periodo di estromissione, in applicazione dell'art. 2697 del codice civile.
La pronuncia rappresenta un punto di equilibrio tra normativa sui contratti atipici e principi di giudicato, offrendo importanti indicazioni per i casi di somministrazione irregolare e confermando la tutela del lavoratore sul piano sostanziale e processuale.
Difendere i propri diritti non è solo una scelta, è un atto di coraggio che migliora il futuro di tutti.
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